Brexit: cosa cambia a livello commerciale

Giorni concitati per le imprese che commerciano con il Regno Unito in quanto non si sa ancora se ci sarà o meno un accordo in merito alla fuori uscita del Paese dall'Unione Europea. I riflessi per le imprese non sarebbero di poco conto, basti pensare al fatto che sarà necessario conoscere bene le normative doganali e saper assolvere correttamente le varie incombenze amministrative transfrontaliere e questo potrebbe provocare la necessità di rivolgersi ad un professionista.

Andando con ordine, uno dei primi problemi sarebbe quello dei dazi e delle tasse doganali. In generale, infatti, il mercato unico consente a tutti gli Stati membri di agire come un Unico Mercato interno, ed ha come obiettivo fra l'altro, quello di abbassare i prezzi eliminando i dazi doganali (noti anche come tariffe), le quote e le tasse sugli scambi commerciali. Il mercato unico rimuove, inoltre, alcune barriere non tariffarie mediante la regolamentazione comune sugli imballaggi, la sicurezza e gli standard di qualità.

Una volta lasciata l'UE, il Regno Unito dovrà preparare la propria proposta di dazi per gli scambi che dovrà poi essere accolta dagli altri membri dell'OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Se il Regno Unito dovesse lasciare l’Unione Europea senza un accordo i tassi applicabili agli scambi in base alle regole dell'OMC potrebbero essere i seguenti:

  • Macchine e attrezzature elettriche – media 1-3%
  • Frattaglie congelate di pecore, capre, cavalli – 6,4%
  • Alcuni pesci d'acqua dolce freschi o congelati – 22%
  • Miele naturale – 17,3%
  • Grassi animali 3% – 12%
  • Frutta – può arrivare fino al 26%
  • Veicoli a motore – 10%

Il dazio sulle merci provenienti da Paesi Terzi viene solitamente corrisposto quando le merci entrano per la prima volta nell'UE. Successivamente non vi è in genere più nulla da pagare e non vengono effettuati ulteriori controlli se le merci non escono dall’Europa. Le tasse di importazione possono comprendere dazi doganali, accise e IVA.  Nel contesto della Brexit, se il Regno Unito dovesse lasciare l'Unione Doganale Europea senza un accordo, è probabile che venga considerata come Paese Terzo. Potrebbero rendersi necessari controlli frontalieri e un'infrastruttura IT associata a pagamenti e dichiarazioni doganali al momento dell'importazione e dell'esportazione.

Attenzione va prestata anche per le merci che lasciano l'UE verso un Paese terzo in quanto sono soggette alla procedura di esportazione. Ciò significa che dovrà essere presentata una dichiarazione elettronica da parte dell’esportatore, entro un certo periodo di tempo, indicante la natura della merce, la destinazione, il valore ecc. La dichiarazione può essere fatta su un documento amministrativo unico (DAU) presentato elettronicamente (utilizzando il sistema online utilizzato dall'autorità doganale del paese interessato) o per iscritto.

Modifiche in vista anche per l'IVA (VAT) sulle operazioni commerciali.

Ma prima di allarmarsi occorre aspettare le decisioni finali di Europa e Regno Unito.