Pensioni d’oro: stop ai tagli dal 2022

Stop ai contributi di solidarietà ma ok alla indicizzazione ridotta per le pensioni d'oro . Le due decisioni  di segno opposto sono contenute nella sentenza della Corte costituzionale  appena  comunicata dall'Ufficio stampa, in tema di pensioni  di importo elevato  (oltre 100mila euro lordi annui) . 

La valutazione della Consulta  riguarda   due  norme contenute nella legge di stabilità 2019  sulle quali avevano sollevato la  questione di legittimità costituzionale sia il Tribunale di Milano che   alcune  sezioni  regionali della Corte dei conti 

 In particolare si tratta dielle seguenti misure introdotte per  cercare di ridurre la spesa previdenziale:

  • un meccanismo di  riduzione progressiva della  rivalutazione automatica per il triennio 2019-2021 delle pensioni superiori  a tre volte il minimo  (dal 97% al 40% dell'importo dellla pensione viene escluso di adeguamento all'indice ISTAT )
  • un prelievo di un importo percentuale a titolo di "contributo di solildarietà"  della durata di 5 anni a partire dal 2019 sulle pensioni (calcolate con sistema misto) superiori a 100.000 Gli scaglioni di prelievo sono i seguenti:
    • 15 per cento per la parte eccedente 100mila euro e  fino a 130.000 euro,
    • 25 per cento per la parte eccedente  130.000 euro fino a 200.000 euro,
    • 30 per cento per la parte eccedente 200.000  euro fino a 350.000 euro,
    • 35 per  cento per la parte eccedente 350.000 euro fino a 500.000 euro
    • 40 per cento  per la parte eccedente 500.000 euro.

(Vedi tutti i dettagli sulla norma in vigore nell'articolo "Taglio pensioni d'oro e stop rivalutazione")

Il comunicato chiarisce che il “contributo di solidarietà”   è ammissibile dal punto di vista della legittimità costituzionale ma non per una durata di 5 anni  in quanto  un periodo cosi lungo esula dalla ordinario orizzonte di tre anni utilizzato nel predisporre i  bilanci di previsione dello Stato.  Viene quindi confermata la validita della misura  per gli anni 2019, 2020,  2021 ma  dovrà essere abrogato per il 2022 e 2023 .

Per quanto riguarda invece  l'indicizzazione ridotta (cd raffreddamento della perequazione),   essendo il meccanismo  "proporzionato e  ragionevole"  viene giudicato legittimo dalla Consulta e restera confermato come da normativa vigente
Ad oggi gli assegni superiori ai 100mila euro lordi l’anno , che corrispondono a circa 55mila netti   sono stati ridimensionati con le indicizzazioni parziali iniziate già a partire dal dal 2006  di un importo pari ad un intera annualità di pensione   mentre gli assegni pari a 8 volte il minimo ( il livello subito inferiore al massimo )  ha perso l'11 per cento del valore nominale, che si è tradotto in un riparmio per lo Stato .

La sentenza , attualmente ancora in corso di pubblicazione, produce comunque anche una riduaizone al risparmio previsto con il taglio alle pensioni d’oro per contributo di solidarieta  pari a circa 160 milioni di euro