Intelligenza artificiale e imprese: cosa prevede il nuovo disegno di legge A.C. 2316

Nella seduta del 17 giugno 2025, le Commissioni Riunite Trasporti e Attività produttive della Camera, in sede referente, hanno proseguito e concluso l’esame, in II lettura, del provvedimento in titolo, apportando modifiche e conferendo il mandato ai relatori, Onn. Caroppo (FI) e Colombo (FDI) del disegno di legge A.C. 2316-A recante Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale al fine di porre le basi per una disciplina nazionale organica sull’intelligenza artificiale (IA), affiancandosi al Regolamento (UE) 2024/1689 (AI Act).

Il provvedimento definisce princìpi generali e misure settoriali per uno sviluppo antropocentrico, trasparente e sicuro dell’IA. Per le imprese, si tratta di un pacchetto di novità che mira a coniugare innovazione e competitività con la tutela dei diritti e l’uso responsabile della tecnologia.

Cosa cambia per le imprese

Promozione dello sviluppo economico e della competitività

Il disegno di legge punta a rafforzare la competitività del sistema economico nazionale attraverso l’adozione di sistemi IA nei settori produttivi e organizzativi. Lo Stato e le autorità pubbliche sono chiamati a:

  • promuovere l’utilizzo dell’IA per aumentare la produttività e facilitare l’avvio di nuove attività economiche;
  • favorire la nascita di un mercato dell’IA innovativo, equo e concorrenziale;
  • garantire alle imprese l’accesso a dati di alta qualità per lo sviluppo di soluzioni intelligenti;
  • orientare le piattaforme di e-procurement delle amministrazioni pubbliche verso fornitori che utilizzano data center localizzati in Italia, assicurando così la sovranità e la sicurezza dei dati strategici;
  • favorire la ricerca collaborativa fra imprese, organismi di ricerca e centri di trasferimento tecnologico (nuova lettera e).

Ricerca e innovazione: una rete pubblico-privata

Il legislatore intende rafforzare le sinergie tra imprese, enti di ricerca e centri tecnologici, sostenendo la ricerca collaborativa e la valorizzazione economica dei risultati. Il disegno di legge sottolinea l’importanza della cooperazione tra attori pubblici e privati nella costruzione di un ecosistema IA dinamico.

Gli incentivi al venture-capital possono avvenire anche tramite coinvestimento di altri fondi istituiti dalla stessa SGR del MIMIT, non previsto nella versione del Senato.

Accesso e uso dei dati: una futura disciplina dedicata

È prevista una delega al Governo per l’adozione di una normativa organica su dati, algoritmi e metodi matematici per l’addestramento dei modelli IA. Saranno definiti i diritti e gli obblighi delle imprese, le tutele per gli interessati e un quadro sanzionatorio, con competenza giudiziaria affidata alle sezioni specializzate in materia di impresa.

Investimenti nei settori strategici

Il disegno di legge prevede misure di sostegno agli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza e del calcolo quantistico, favorendo iniziative imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico.

IA nei rapporti di lavoro: diritti e obblighi

L’impiego dell’IA nell’organizzazione del lavoro è consentito nel rispetto della dignità dei lavoratori e dei principi di trasparenza, affidabilità e non discriminazione. Il datore di lavoro deve informare i dipendenti dell’uso di strumenti di IA, secondo quanto già previsto dal d.lgs. n. 152/1997. 

Per monitorare l’evoluzione del fenomeno è stato istituito un Osservatorio nazionale sull’adozione dell’IA nel mondo del lavoro, con il compito di promuovere anche percorsi formativi per lavoratori e datori.

Tutela della proprietà intellettuale e trasparenza dei contenuti

Un altro aspetto rilevante per le imprese è la protezione del diritto d’autore.

L’articolo 25 interviene sulla legge n. 633/1941 per adeguare la disciplina del diritto d’autore all’uso dell’intelligenza artificiale (IA).

Origine umana come requisito essenziale

  • Le opere tutelate devono scaturire da un apporto creativo umano.
  • Ciò vale anche quando l’autore utilizza strumenti di IA: la protezione si applica solo se l’opera è il risultato di un’attività intellettuale effettiva dell’autore, non di una generazione automatica priva di intervento creativo.

Opere realizzate “con l’ausilio” di IA

  • L’uso di sistemi di IA – inclusi quelli generativi – non esclude di per sé la tutela, purché l’autore diriga o rielabori il contenuto in maniera creativa e personale.In pratica, la legge equipara queste opere alle altre opere dell’ingegno, garantendo diritti economici e morali al loro autore umano.

Riproduzione ed estrazione per text-&-data mining (TDM)

  • Viene espressamente ammessa la copia temporanea e l’estrazione di contenuti (testi, immagini, dati) da opere o banche dati – cui si abbia legittimo accesso – per addestrare o far funzionare modelli di IA.
  • L’operazione deve avvenire nel rispetto delle clausole e delle eccezioni già previste dalla legge 633/1941 (ad es. uso legittimo, citazione, finalità di ricerca scientifica) e non deve pregiudicare l’uso normale delle opere né recare ingiustificato pregiudizio ai titolari dei diritti.

In sintesi, la disposizione riafferma la centralità dell’autore umano, estende la copertura alle creazioni coadiuvate dall’IA e – seguendo la logica del text-&-data mining dei recenti interventi europei – legittima l’uso di contenuti protetti per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale, entro limiti ben definiti.

Conformità all’AI Act: nessun onere duplicato

Il provvedimento si coordina espressamente con il Regolamento (UE) 2024/1689 e non introduce obblighi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dal diritto europeo per sistemi e modelli IA. Le imprese sono quindi tenute ad adeguarsi agli standard comunitari, ma all’interno di un quadro nazionale coerente con le specificità italiane.

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