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Regime forfettario e lavoro dipendente: nuove possibilità di sovrapposizione

6 Febbraio 2025 in PRIMO PIANO

L’anno 2025 porta importanti novità per chi opera in regime forfettario. La recente Legge n. 203 del 13 dicembre 2024, entrata in vigore il 12 gennaio 2025, ha introdotto una significativa deroga alla causa ostativa che, fino a oggi, impediva a chi aveva un rapporto di lavoro dipendente di accedere o mantenere il regime agevolato.

Vediamo insieme cosa cambia e quali sono le nuove opportunità per i professionisti e le imprese individuali.

Regime forfettario: chi può accedere

Il regime forfettario, disciplinato dall’articolo 1, commi 54-89 della Legge n. 190 del 2014, è una modalità fiscale agevolata destinata alle persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arte o professione, a condizione che rispettino determinati requisiti. Tra i principali:

  • Limite di ricavi o compensi: fino a 85.000 euro annui (dal 2023, rispetto al precedente tetto di 65.000 euro).
  • Limite alle spese per dipendenti e collaboratori: massimo 20.000 euro annui.
  • Superamento del limite di 100.000 euro: determina la fuoriuscita immediata dal regime, con applicazione dell’IVA a partire dalle operazioni che hanno comportato lo sforamento.

Le cause ostative: quando non si può aderire

Oltre al rispetto dei limiti sopra elencati, chi intende avvalersi del regime forfettario non deve rientrare nelle cause ostative previste dal comma 57 della Legge n. 190/2014, tra cui:

  • L’appartenenza a regimi speciali IVA.
  • Il possesso di partecipazioni in società di persone o SRL con attività riconducibile alla propria.
  • Lo svolgimento di attività prevalentemente nei confronti di un ex datore di lavoro nei due anni precedenti.
  • Il superamento di 30.000 euro di redditi da lavoro dipendente o assimilati (limite aumentato eccezionalmente a 35.000 euro per il 2025).

La novità del 2025: deroga alla causa ostativa nei contratti misti

Grazie all’articolo 17 della Legge n. 203/2024, una deroga importante è stata introdotta riguardo alla causa ostativa che vietava l’accesso al regime forfettario ai lavoratori autonomi con un contestuale rapporto di lavoro dipendente.

Ora, possono accedere al regime forfettario anche coloro che hanno un contratto misto, ossia:

  • Lavorano come liberi professionisti (anche in regime di collaborazione coordinata e continuativa).
  • Hanno un rapporto di lavoro dipendente a tempo parziale e indeterminato.
  • Il datore di lavoro ha più di 250 dipendenti.
  • L’orario del lavoro dipendente è compreso tra il 40% e il 50% del tempo pieno previsto dal contratto collettivo nazionale applicato.

Condizioni da rispettare

Per beneficiare della deroga, il contratto di lavoro autonomo deve:

  • Essere stipulato contestualmente al contratto subordinato.
  • Essere certificato da appositi organismi previsti dall’articolo 76 del D.Lgs. 276/2003.
  • Prevedere un domicilio professionale distinto da quello del datore di lavoro.
  • Non sovrapporsi in termini di oggetto, modalità della prestazione, orario e giornate di lavoro.

Cosa significa questa modifica per i professionisti e le imprese individuali?

L’introduzione di questa deroga rappresenta un’ottima opportunità per chi desidera mantenere una doppia posizione lavorativa, combinando il lavoro dipendente con un’attività autonoma in regime forfettario.

Questa flessibilità potrebbe essere particolarmente utile per:

  • Neolaureati e giovani professionisti che iniziano una carriera freelance senza rinunciare a un’occupazione stabile.
  • Lavoratori dipendenti che vogliono avviare un’attività in proprio in modo graduale.
  • Ex praticanti che, una volta completato il periodo obbligatorio, intendono operare come liberi professionisti senza perdere i benefici del regime agevolato.

Conclusioni

Le novità introdotte dalla Legge n. 203/2024 aprono nuove possibilità per i contribuenti forfettari, superando alcuni dei vincoli che fino a oggi ne limitavano l’accesso. Chi intende sfruttare questa opportunità deve, però, prestare attenzione ai dettagli normativi e assicurarsi che il proprio contratto di lavoro misto rispetti le condizioni previste dalla legge.

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