Codice della crisi d’impresa: a settembre restyling ad albo dei curatori

Al convegno di Confindustria del 29 maggio, il capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia ha preannunciato un decreto correttivo per settembre prossimo. Tra le modifiche: albo dei curatori, transazione fiscale, controllo interno, allerta. La pubblicazione in G.U. del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14 del 2019), lo scorso febbraio, sembrava aver posto la parola “fine” al complesso iter che ha portato alla Riforma del (ormai ex) diritto fallimentare, preordinata a riorganizzare e attualizzare un groviglio normativo caotico e superato, in modo da maggiormente salvaguardare i valori della continuità delle imprese in crisi, su un versante, e la tutela dei creditori e gli equilibri competitivi di mercato, sull’opposto. Significative e molteplici le novità (introduzione delle procedure di allerta e composizione assistita della crisi, valorizzazione del concordato preventivo in prospettiva di continuità aziendale, riscrittura della liquidazione giudiziale, ampliamento delle ipotesi di nomina obbligatoria degli organi di controllo nelle S.r.l.), destinate a stravolgere le dinamiche professionali degli operatori coinvolti (in primis, i commercialisti).

L’annuncio del Ministero. Alcuni protagonisti della Riforma si sono confrontati a Roma, il 29 maggio, in occasione un di evento organizzato da Confindustria (“Luci e ombre della Riforma fallimentare), in seno al quale si sono evidenziati sia i punti di forza che le criticità dell’epocale novella. Tra il panel dei relatori, il capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia, che ha preannunciato una svolta ulteriore nel quadro legislativo (attuale, ma in parte non ancora vigente): un’aggiuntiva e, a quanto pare, imminente, modifica al Codice della crisi d’impresa, su aspetti strategici e cruciali (tra gli altri, albo dei curatori e transazione fiscale).

I decreti correttivi. La Legge 8 marzo 2019, n. 20 ha delegato il Governo a promulgare disposizioni integrative e correttive della riforma della disciplina della crisi di impresa e dell’insolvenza, entro due anni dalla data di entrata in vigore dell’ultimo dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega (Legge 19 ottobre 2017, n. 155) e nel rispetto dei principi e criteri direttivi da essa fissati. Il bisogno di emanare una nuova legge delega in materia è derivata dalla circostanza che la delega del 2017 (la succitata Legge n. 155) non aveva previsto la possibilità di adottare decreti integrativi e correttivi. Va inoltre evidenziato che l’art. 389, comma I, del Codice in esame, prevede la definitiva vigenza decorsi 18 mesi dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale: ergo, nonostante un primo gruppo di norme risulti già in vigore dal 16 maro scorso, la riforma complessiva sarà operativa dal 14 agosto 2020, con la conseguenza che i decreti legislativi integrativi e correttivi dovranno essere emanati entro la data del 14 agosto 2022.

I tempi dei correttivi. In linea teorica, l’articolato “definitivo” del Codice della crisi e dell’insolvenza è rimandato all’estate 2022, ma i tempi sembrano drasticamente accorciarsi: in occasione del convegno dei confindustriali, il capo dell’ufficio legislativo ha preannunciato che il Ministero della Giustizia intende intervenire, sulla normativa, prima di tale data, al fine di fornire una risposta definitiva, in chiave correttiva, ai profili di criticità che la nuova disciplina “potrebbe” manifestare, ed ancor prima della prevista vigenza del 2020. Tale periodo è stato indicato nel settembre prossimo, mese entro il quale il ministero della Giustizia intende quindi varare un decreto correttivo, al contempo preannunciando le tematiche da “aggiustare”.

Le modifiche preannunciate. Secondo quanto espresso dal Capo dell’ufficio legislativo del Ministero, il correttivo di settembre dovrebbe emendare tematiche assolutamente decisive nell’ambito della più complessiva riforma:

  • albo dei curatori: sarà disgiunto, quindi scisso in una sezione che ricomprenderà “curatori, liquidatori, commissari” e, un’altra che elencherà “i professionisti” in seno ai quali individuare i componenti Ocri
  • transazione fiscale: si prevederà un’apertura del favorevole regime di transazione fiscale, anche in dissenso con le Entrate, al concordato preventivo;
  • procedure d’allerta: vi dovranno essere ricomprese le fattispecie di insolvenza reversibile;
  • controllo interno: verranno modificati i parametri, come l’aumento del numero dei dipendenti. Il capo del legislativo ha evidenziato che, al fine dell’attivazione dell’obbligo in questione, andrebbe aggiustato il numero degli indici: se si mantiene il superamento anche di un solo indice, il numero delle società interessate dall’obbligo risulta elevato, mentre prevedere il superamento di due indici limiterebbe il ventaglio numerico delle stesse società.