Canone RAI, una riforma ancora da attuare

Negli ultimi mesi del 2014 si è parlato di inserire il canone direttamente in bolletta, in questo modo si ridurrebbe l’evasione del 27% e di conseguenza si potrebbe diminuire l’importo da pagare, passando dagli attuali 113 Euro a 60-80 euro. Il provvedimento tuttavia è stato rinviato al 2015, sia per i dubbi del ministero dell’Economia sia per l’opposizione dei gestori dell’energia. La questione pertanto resta ancora aperta. Rispetto agli altri paesi europei il canone italiano è tra i più bassi, non cresce da due anni e, nonostante questo è uno dei più evasi. Si stima che l’evasione nel quinquennio 2010-2015 abbia sottratto alla Rai circa 1,7 miliardi, cioè quanto la Rai ottiene in un anno dal pagamento della tassa sul possesso del televisore. Finora il canone è stato "pensato" come una tassa sul possesso del televisore, o di ogni apparecchio atto alla ricezione di programmi televisivi. La Germania, ad esempio, è andata oltre questo concetto e attualmente ogni abitazione o ufficio, anche se priva di televisore o radio, paga il canone. D’altra parte oramai, la televisione è anche su Internet, e Internet non si utilizza solo dal Pc, ma anche ad esempio dallo smartphone. Bisognerebbe pertanto adeguare il canone al nuovo scenario del consumo televisivo.
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *