Novità 2018: domicilio digitale per effettuare comunicazioni e pagamenti alla PA

«Al fine di facilitare la comunicazione tra pubbliche amministrazioni e cittadini, è facoltà di ogni cittadino indicare alla pubblica amministrazione…un proprio indirizzo di posta elettronica certificata… L'indirizzo è inserito nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e reso disponibile a tutte le pubbliche amministrazioni e ai gestori o esercenti di pubblici servizi». Così recita l’art. 3bis del D.Lgs. del 7 marzo 2005, n. 82 (cd. Codice dell’Amministrazione digitale ovvero CAD).

La questione ha assunto negli ultimi tempi un sempre maggiore rilievo, grazie anche all’avanzare incessante dello sviluppo tecnologico, alla necessità dei contribuenti di un sempre più concreta trasparenza della PA, nonché al progetto politico che mira alla digitalizzazione delle comunicazioni e dei pagamenti tra PA e cittadino.

Il processo di digitalizzazione vede le amministrazioni, a qualsiasi livello (Stato, regioni ed autonomie locali), impegnate ad organizzarsi per garantire la disponibilità, la gestione, l'accesso, la trasmissione, la conservazione e la fruibilità dell'informazione in modalità digitale. Ricordiamo che i documenti, rivolti ai contribuenti e contenenti le comunicazioni della Pubblica Amministrazione, dovranno (come già definito in passato) avere le caratteristiche proprie della scrittura privata ex art 2702 c.c e riportare chiari e insindacabili riferimenti circa l’identità digitale del suo autore, anche nel rispetto di quanto prescritto dall’Agid (Agenzia per l'Italia Digitale).

La maggiore novità sul tema, che tocca sia il singolo cittadino che le imprese, riguarda senz’altro la nozione di domicilio digitale, da individuarsi in qualsiasi indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) che possa essere utilizzato per ricevere (o inviare) alla pubblica amministrazione, comunicazioni aventi valore legale. Il contribuente (cittadino o impresa) dovrà eleggere il proprio domicilio digitale presso una piattaforma on-line che fornisca il servizio di posta elettronico certificata ovvero un servizio elettronico di recapito certificato qualificata.

In attesa che venga definita, con apposito decreto (che si attende a partire dall’inizio del 2018), la data a decorrere dalla quale le comunicazioni tra PA e contribuenti debbano avvenire necessariamente in forma digitale, i soggetti pubblici potranno comunque avvalersi di comunicazioni digitali correlate da firma elettronica (qualificata o avanzata), da stampare e trasmettere mediante posta ordinaria o raccomandata a/r, ai destinatari che non abbiano ancora provveduto ad eleggere un domicilio digitale.

La questione, non riguarda le sole comunicazioni tra amministrazione e cittadino (o impresa), ma a partire da gennaio 2018, riguarderà anche i servizi di pagamento che le pubbliche amministrazioni, i gestori di servizi pubblici e le società controllate dall’amministrazione, mettono a disposizione del contribuente. L’intento è di rendere anche i servizi di pagamento elettronici accessibili tramite identità SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) realizzando così un sistema di pagamento semplice, standardizzato, affidabile, non oneroso per la PA e più in linea con le esigenze dei cittadini.

Dato l’attuale disallineamento tra il processo di domiciliazione digitale e Anpr e sino a che, non saranno individuate, con apposito decreto, le modalità tecniche per l’esecuzione dei pagamenti, resta utilizzabile lo strumento collaudato del pagamento effettuato mediante Modello F24.

Tutte le informazioni, inerenti il tema dei pagamenti, saranno presto rese disponibili anche sul sito del MEF.