Pensioni anticipate: ipotesi donne -3,3% per tre anni

Continua  il lavoro ( o il braccio di ferro?) tra Ministri del lavoro e dell’economia sul taglio alle pensioni anticipate , la famosa flessibilità in uscita , con il non banale problema delle coperture.  II Premier Renzi pur affermando di non volere oggi una nuova riforma delle pensioni , chiede  di far entrare nella Legge di stabilita  2016 una riorganizzazione delle risorse disponibili per gli esodati  che vada oltre  gli aggiustamenti annuali . Si parla in sostanza di circa un miliardo di euro (cui va aggiunto il mezzo miliardo già prenotato per la perequazione degli assegni a seguito della sentenza 70/2015 della Consulta).  I paletti fissati sono:
  • l’anticipo  massimo di  3-4 anni rispetto ai requisiti di vecchiaia (66 anni e 7 mesi per gli uomini e 65 e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato) 
  • penalizzazione non  al 3-4% l’anno per ogni anno di anticipo.
Su queste basi ,  l’ipotesi più accreditata parla di una proposta per donne e disoccupati  over 50  con uscita anticipata  possibile da 62-63 anni, quindi con tre anni di anticipo, e con 35 di contributi  con una penalizzazione del 3,3% l’anno per massimo tre anni (non superiore al 10%). Si tratta  in sostanza di una riduzione di 42 euro al mese per le pensioni   da 1300 euro netti mensili.