IA e piattaforme digitali: le nuove occupazioni entro il 2030

Il mercato del lavoro sta attraversando una trasformazione senza precedenti, guidata dall’intelligenza artificiale (IA), dalla digitalizzazione e dalla transizione ambientale e demografica. 

Secondo il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum, entro il 2030 si registrerà un saldo occupazionale positivo a livello globale: 170 milioni di nuovi posti creati, a fronte di 92 milioni di ruoli eliminati, con un incremento netto di 78 milioni di occupati. 

Le professioni più richieste nei prossimi anni saranno legate ai big data, alla finanza tecnologica e all’IA applicata, ma non solo: gran parte delle 804 professioni censite dall’Istat in Italia subiranno trasformazioni, con l’intelligenza artificiale che da un lato genererà nuove figure, dall’altro ne cancellerà alcune, e soprattutto andrà a integrare e potenziare le mansioni già esistenti .

Scenario occupazionale globale 2030 Posti di lavoro
Nuovi posti creati 170 milioni
Posti eliminati 92 milioni
Saldo netto +78 milioni

IA nei settori produttivi: opportunità e sfide

L’intelligenza artificiale sta già modificando numerosi ambiti professionali. Nel settore sanitario, il machine learning supporta diagnosi e medicina personalizzata; nella finanza contribuisce alla gestione dei rischi e al contrasto delle frodi; nel marketing rende possibili campagne predittive e personalizzate. La visione artificiale trova applicazioni in sicurezza e mobilità, mentre l’IA generativa sta entrando nel mondo della formazione e dell’educazione, affiancando docenti e formatori nella creazione di contenuti interattivi.

Tuttavia, l’adozione diffusa dell’IA richiede due condizioni fondamentali: accessibilità per le piccole e medie imprese tramite centri di competenza territoriali e formazione continua dei lavoratori, per ridurre il rischio di un divario tra chi acquisisce nuove competenze e chi rimane escluso dal mercato. L’uso dell’IA deve inoltre essere responsabile, inclusivo e coerente con i diritti e le tutele dei lavoratori.

Scarica qui il testo integrale del Report

Le piattaforme digitali e la direttiva UE 2024/2831

Un ulteriore fronte riguarda le piattaforme digitali, che intermediano domanda e offerta di lavoro nei settori del delivery, dei trasporti, dei freelance e della formazione online.

 Secondo le stime UE, i lavoratori tramite piattaforma passeranno da 28 milioni nel 2022 a 43 milioni entro il 2025. A tutela di questa platea, gli Stati membri dovranno recepire entro dicembre 2026 la direttiva 2024/2831, volta a migliorare le condizioni di lavoro ed evitare che decisioni totalmente automatizzate – dalla determinazione dei compensi alle selezioni – incidano negativamente sui lavoratori

In Italia, la sfida sarà bilanciare la realtà di rapporti spesso ibridi tra lavoro autonomo e dipendente con la necessità di costruire un sistema di diritti sociali universali, valido a prescindere dal contratto applicato. Intanto, le stesse piattaforme stanno introducendo competenze legate all’IA nei propri organici, in particolare di  profili “nativi dell’IA” capaci di progettare nuovi flussi di lavoro con le nuove tecnologie.

Alcui dati rilevanti per l’Italia

Il rapporto dedica analisi specifiche ai principali paesi, a pag 157 è illustrata in dettaglio la situazione italiana. I dati piu rilevanti sono sintetizzati nella tabella seguente : 

Indicatore Valore per l’Italia
Aziende con programmi IA attivi 96 %
Adozione politiche DEI 88 %
% competenze da aggiornare entro 5 anni 38 %
Turnover strutturale previsto entro il 2030 18 %
Employer che vedono la mancanza di competenze come ostacolo 63 %
Aziende con piani di riqualificazione strutturati 50 %
Lavoratori aggiornati nel ruolo 29 %
Lavoratori riassegnati internamente 19 %
Lavoratori senza formazione prevista 11 %